“Basta una serie di note. Il resto è improvvisazione.” J. Hendrix
Si viene a Milano per un po’ di shopping, per visitare qualche mostre, per un evento, per provare un locale nuovo … ed io sono venuta a Milano per riflettere, per pensare. Pensa te questa scema.
Certo, si potrebbe obiettare che per pensare ci vuole un po’ di calma. Io, invece, non avevo bisogno di distensione, ma di movimento.
Ho vissuto in questa città per dodici anni, gli anni più accesi, più altalenanti. Gli anni della città girata in cinquantino, rigorosamente sbloccato. Perché quei kilometri orari in più erano una botta di adrenalina (si arrivava a mala mena a 80km/h e già prima il motorino iniziava s tremare).
Lo capì più tardi cosa voleva dire adrenalina a due ruote, quando Diego mi porto per la prima volta sul suo Ninja.
Pur essendo felicissima di abitare a Como, che si è rivelata una città fatta per me, Milano ogni tanto mi manca. Tornare qui vuol dire un tuffo nel passato, come ringiovanire di diec’anni (!?). Anche se tornando a ritrovare alcuni posti di storiche uscite, mi imbatto in locali nuovi. E allora ripeto a me stessa che devo tornarci più spesso.
Mi imbatto in luoghi, vie, vicoli pieni di ricordi.
Ritorno davanti alla mia scuola, quella che é stata una seconda casa per anni. Milano é un insieme di emozioni: risate, sorrisi, litigate, discussioni, lacrime, amici.
La prima uscita la sera all’insaputa dei miei e la ramanzina da parte dei miei durata mesi. Ero andata con amici a mangiare un panino alle otto di sera….
Le intere giornate, settimane, mesi in cui ho fatto disperare mia madre, che a pensarci oggi, da mamma, fanno disperare me.
La patente e la mia prima auto.
Le serate a ballare ed il panino alle cinque del mattino, che oggi digerirei dopo mesi di agonia.
L’università e la costante domanda “che farò da grande”. Me lo chiedo tutt’ora.
Le prime uscite con Diego.
Il mio primo lavoro.
E ritorno qui, per rimettermi sui binari, giusti o sbagliati non lo so.
Ma ho capito che spesso, molto spesso, occorre decollare alla cieca, senza pensarci troppo, senza troppa organizzazione. Per me é come andare contro natura: tendo ad organizzare un po’ troppo.
Ma nel mio tentativo di essere più spontanea, di controllare molto meno, di improvvisare sto trovando una certa serenità, diversa, ma piacevole. E mi rendo conto che quest’anno dovrò viverlo così: alla giornata.
Una novità che poco alla mi sta piacendo sempre di più.
xxx
C.